− | According to Rossi, 100 grammes of nickel powder were consumed over a period of six months at 10 kW (therm.) output. The cost for the "fuel" thus amounted to 2 Euro.<ref>Nyteknik-Chat 12.03.2011, [http://www.nyteknik.se/nyheter/energi_miljo/energi/article3124295.ece]</ref> An E-cat will cost about 2,000 Euro per kW output (a 10 kW-model thus will amount to 20.000 Euro). In the North-American radio talk show "Coast to Coast AM", which is known for propagating [[Conspiracy Theory|conspiracy theories]], Rossi said in March 2011 that his planned 1 MW small power station will cost 2 million dollar and later that his 10 kW E-Cat will cost just 5.000 dollar.<ref>Interview with Andrea Rossi, Talk Radio "Coast to Coast AM", on March 23, 2011 [http://www.coasttocoastam.com/article/rossi-cold-fusion-device]</ref> According to the Greek newspaper "Investors World" from march 2011 future "E-cat" devices will produce electrical power through an "inverter". Yearly cost for the production of 20 kW output round the clock(unclear if thermic or electric) will amount to 1.300 euros. "Defkalion green technologies" plans to request from RAE (regulatory authority for energy) to be included in the "renewable energy" program.<ref name="talefta">[http://talefta.blogspot.com/2011/03/new-mainstream-coverage-of-e-cat-and.html Blog about the "Investors World" article]</ref><ref name="scan">[http://www.xanthipress.gr/eidiseis/politiki/6874-xynidis-ependysi-hyperion-xanthi-ydrogono-nikelio-paragogi-energeias-ergostasio-xanthi.html Coverage and scan of the "Investors World" article] (Greek)</ref><ref name="Investors World Article">Article in the greek newspaper "Investors World" from March 12, 2011, Pages 20-21</ref> | + | According to Rossi, 100 grammes of nickel powder were consumed over a period of six months at 10 kW (therm.) output. The cost for the "fuel" thus amounted to 2 Euro.<ref>Nyteknik-Chat 12.03.2011, [http://www.nyteknik.se/nyheter/energi_miljo/energi/article3124295.ece]</ref> An E-cat will cost about 2,000 Euro per kW output (a 10 kW-model thus will amount to 20,000 Euro). In the North-American radio talk show "Coast to Coast AM", which is known for propagating [[Conspiracy Theory|conspiracy theories]], Rossi said in March 2011 that his planned 1 MW small power station will cost 2 million dollar and later that his 10 kW E-Cat will cost just 5,000 dollar.<ref>Interview with Andrea Rossi, Talk Radio "Coast to Coast AM", on March 23, 2011 [http://www.coasttocoastam.com/article/rossi-cold-fusion-device]</ref> According to the Greek newspaper "Investors World" from march 2011 future "E-cat" devices will produce electrical power through an "inverter". Yearly cost for the production of 20 kW output round the clock(unclear if thermic or electric) will amount to 1,300 euros. "Defkalion green technologies" plans to request from RAE (regulatory authority for energy) to be included in the "renewable energy" program.<ref name="talefta">[http://talefta.blogspot.com/2011/03/new-mainstream-coverage-of-e-cat-and.html Blog about the "Investors World" article]</ref><ref name="scan">[http://www.xanthipress.gr/eidiseis/politiki/6874-xynidis-ependysi-hyperion-xanthi-ydrogono-nikelio-paragogi-energeias-ergostasio-xanthi.html Coverage and scan of the "Investors World" article] (Greek)</ref><ref name="Investors World Article">Article in the greek newspaper "Investors World" from March 12, 2011, Pages 20-21</ref> |
− | The "Rossi Energy Amplifier" is not the first invention made by Andrea Rossi. During the 1970ies and 1980ies, he tried to produce hydrocarbons from waste to no avail. This resulted in several law suits and criminal cases with prison sentences against the "Sheik of Brianza" (''Sceicco della Brianza'', sheik because he claimed to produce oil from industrial waste; Brianza is a region north of Milan). The law suits were also known as "Petroldragon affair", since Rossi's company was called "Petroldragon". Italian Wikipedia has an article about the affair: [http://it.wikipedia.org/wiki/Petroldragon Petroldragon]. Rossi was convicted because he did not dispose of large amounts(58.000 tons) of toxic wastes in accordance with regulations, and for trafficking waste materials. According to an article in the Italian newspaper "Corriere della Sera" for April 6, 1995 Rossi and a Michele Pizzato were arrested twice.<ref>FASANO GIUSI, "Corriere della Sera" vom 6. April 1995:<br><br> | + | The "Rossi Energy Amplifier" is not the first invention made by Andrea Rossi. During the 1970ies and 1980ies, he tried to produce hydrocarbons from waste to no avail. This resulted in several law suits and criminal cases with prison sentences against the "Sheik of Brianza" (''Sceicco della Brianza'', sheik because he claimed to produce oil from industrial waste; Brianza is a region north of Milan). The law suits were also known as "Petroldragon affair", since Rossi's company was called "Petroldragon". Italian Wikipedia has an article about the affair: [http://it.wikipedia.org/wiki/Petroldragon Petroldragon]. Rossi was convicted because he did not dispose of large amounts(58,000 tons) of toxic wastes in accordance with regulations, and for trafficking waste materials. According to an article in the Italian newspaper "Corriere della Sera" for April 6, 1995 Rossi and a Michele Pizzato were arrested twice.<ref>FASANO GIUSI, "Corriere della Sera" vom 6. April 1995:<br><br> |
− | MONZA. Se finora ha creduto di essere nei guai si e’ sbagliato. Andrea Rossi, inventore del chiacchierato procedimento per trasformare in petrolio la spazzatura e i rifiuti industriali, e’ molto piu’ che in semplici guai. Di tutte le “tegole” che gli sono piovute addosso finora, la piu’ pesante e’ arrivata ieri dalla Procura di Ariano Irpino, in provincia di Avellino. Il giudice delle indagini preliminari Vincenzo Caputo ha emesso, su richiesta del sostituto Rosario Baglioni, un’ ordinanza di custodia cautelare contro di lui per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di capitali di illecita provenienza e alla frode fiscale. La presunta organizzazione a delinquere sarebbe formata, oltre che dall’ ideatore del “refluo petrolio” e da una persona per ora irreperibile, anche da Michele Pizzato, italiano con residenza in Svizzera, uomo di fiducia di Andrea Rossi e, negli ultimi tempi, suo compagno di “sventura”. Una sventura cominciata un paio di settimane fa con le conclusioni di una inchiesta condotta dal sostituto procuratore monzese Salvatore Bellomo. Alla fine delle sue indagini, il pm monzese aveva chiesto e ottenuto l’ arresto sia di Rossi che di Pizzato per associazione a delinquere finalizzata alla falsa fatturazione e alla frode fiscale. L’ accusa riguardava la documentazione fittizia che i due avrebbero compilato per attestare la compravendita e l’ esportazione di decine di chili d’ oro, merce di cui Rossi si occupa da quasi due anni come titolare dell’ oreficeria “St. Andre’ ” di Milano (societa’ che lavora l’ oro a Luogosano, in provincia di Avellino). I due erano percio’ finiti in carcere, sperando che il castello di accuse crollasse dopo gli interrogatori. Errore. Perche’ i fatti contestati dal pm monzese hanno trovato conferma nell’ inchiesta del collega di Ariano Irpino, che da oltre un anno stava seguendo praticamente lo stesso filone d’ indagine e che adesso, nelle sue ipotesi d’ accusa, si spinge fino all’ associazione finalizzata al riciclaggio di denaro sporco. In un comunicato stampa diffuso ieri dal comando di gruppo della Guardia di Finanza di Avellino si parla in dettaglio della nuova ordinanza di custodia notificata in carcere a Rossi e Pizzato. Risulterebbe, com’ era gia’ noto dall’ inchiesta monzese, che 46 miliardi di lingotti d’ oro (ben 2.323 chili) avrebbero passato il confine italiano solo sulla carta e, inoltre, che l’ associazione a cui farebbe capo Rossi avrebbe evaso tributi per 120 miliardi con false esportazioni di congegni ad alta tecnologia. Il terzo uomo ricercato e’ il trasportatore dei lingotti, un personaggio abituato a muoversi su furgoni blindati. Sul trasferimento di fondi verso paradisi fiscali come il Liechtenstein, i finanzieri sostengono che “l’ articolazione dell’ organizzazione” era tale da far intuire che l’ obiettivo fosse anche anche il riciclaggio di denaro sporco.<br> | + | MONZA. Se finora ha creduto di essere nei guai si e’ sbagliato. Andrea Rossi, inventore del chiacchierato procedimento per trasformare in petrolio la spazzatura e i rifiuti industriali, e’ molto piu’ che in semplici guai. Di tutte le “tegole” che gli sono piovute addosso finora, la piu’ pesante e’ arrivata ieri dalla Procura di Ariano Irpino, in provincia di Avellino. Il giudice delle indagini preliminari Vincenzo Caputo ha emesso, su richiesta del sostituto Rosario Baglioni, un’ ordinanza di custodia cautelare contro di lui per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di capitali di illecita provenienza e alla frode fiscale. La presunta organizzazione a delinquere sarebbe formata, oltre che dall’ ideatore del “refluo petrolio” e da una persona per ora irreperibile, anche da Michele Pizzato, italiano con residenza in Svizzera, uomo di fiducia di Andrea Rossi e, negli ultimi tempi, suo compagno di “sventura”. Una sventura cominciata un paio di settimane fa con le conclusioni di una inchiesta condotta dal sostituto procuratore monzese Salvatore Bellomo. Alla fine delle sue indagini, il pm monzese aveva chiesto e ottenuto l’ arresto sia di Rossi che di Pizzato per associazione a delinquere finalizzata alla falsa fatturazione e alla frode fiscale. L’ accusa riguardava la documentazione fittizia che i due avrebbero compilato per attestare la compravendita e l’ esportazione di decine di chili d’ oro, merce di cui Rossi si occupa da quasi due anni come titolare dell’ oreficeria “St. Andre’ ” di Milano (societa’ che lavora l’ oro a Luogosano, in provincia di Avellino). I due erano percio’ finiti in carcere, sperando che il castello di accuse crollasse dopo gli interrogatori. Errore. Perche’ i fatti contestati dal pm monzese hanno trovato conferma nell’ inchiesta del collega di Ariano Irpino, che da oltre un anno stava seguendo praticamente lo stesso filone d’ indagine e che adesso, nelle sue ipotesi d’ accusa, si spinge fino all’ associazione finalizzata al riciclaggio di denaro sporco. In un comunicato stampa diffuso ieri dal comando di gruppo della Guardia di Finanza di Avellino si parla in dettaglio della nuova ordinanza di custodia notificata in carcere a Rossi e Pizzato. Risulterebbe, com’ era gia’ noto dall’ inchiesta monzese, che 46 miliardi di lingotti d’ oro (ben 2,323 chili) avrebbero passato il confine italiano solo sulla carta e, inoltre, che l’ associazione a cui farebbe capo Rossi avrebbe evaso tributi per 120 miliardi con false esportazioni di congegni ad alta tecnologia. Il terzo uomo ricercato e’ il trasportatore dei lingotti, un personaggio abituato a muoversi su furgoni blindati. Sul trasferimento di fondi verso paradisi fiscali come il Liechtenstein, i finanzieri sostengono che “l’ articolazione dell’ organizzazione” era tale da far intuire che l’ obiettivo fosse anche anche il riciclaggio di denaro sporco.<br> |